Lo confesso subito! Non ho certo la presunzione di spiegare quale sia il vero compito del marketing, soprattutto quello contemporaneo. Le tesi tra gli addetti ai lavori sono tante e variegate. Bisognerebbe citare nomi illustri, definizioni complesse e una miriade di pubblicazioni e articoli accademici. No, assolutamente no. La mia vuole essere l’intenzione ad individuare un’opportunità di riflessione.
Reclame
Ricordi la citazione réclame? Ricordi da chi l’hai ascoltata? Se provi a cercare il suo significato – io l’ho fatto – troverai che in origine era usato nel senso di chiamata, poi come breve testo di un giornale per gli annunci pubblicitari e infine come pubblicità. Ammetto che fino a pochi minuti fa non avrei mai associato réclame a chiamata, né ad annuncio pubblicitario di un giornale. Sicuramente l’avrei associato a pubblicità, e nel suo significato più ampio. Il motivo è molto semplice. Come milioni di italiani sono cresciuto guardando un tizio in TV che tra un tiro di sigaretta, una parolaccia e un dammi la 1, la 2 o la 3, chiamava i consigli per gli acquisti réclame. Gianfranco Funari rappresenta colui che si è avvicinato al pubblico con un linguaggio semplice e popolare; una comunicazione efficace che portava risultati.
Il brand Gianfranco Funari
Se volessimo analizzarlo con le logiche del marketing contemporaneo potremmo definire il suo lavoro cliente-centrico; orientato al pubblico insomma. Gianfranco Funari conosceva il suo pubblico e lo amava. La sua personalità di marca (il personaggio pubblico) – così forte e distintiva al limite dell’unicità – unita alla qualità del servizio (la spettacolo televisivo) offerto al suo cliente (il suo pubblico) è stata vincente semplicemente perché il presentatore ha individuato i bisogni non ancora soddisfatti dello spettatore che la concorrenza non aveva ancora identificato.
Ecco! Questa potrebbe essere una chiave di lettura. Il compito del marketing è conoscere, comprendere il proprio cliente, servirlo con passione, dedizione e impegno attraverso un approccio inclusivo che va a soddisfare i bisogni non ancora soddisfatti.