Roberto Grandicelli: la libertà di condividere.

Il brand non è solo un logo o un prodotto: è il riflesso di chi siamo e delle scelte che facciamo ogni giorno.

Marketing Analyst, ideatore e coordinatore di Marcare – il gruppo di esperti che ha curato la UNI/PdR-111:2022, la prima norma internazionale sulla progettazione e gestione della marca – e autore di Nasce lo «human-centered branding», edito da Franco Angeli, Roberto Grandicelli

vede il brand come un ponte tra identità e relazione, tra valori e persone. Un’espressione di ciò che scegliamo di rendere visibile al mondo.

Per Roberto, costruire una marca significa dare forma a un significato che va oltre il mercato. Il branding è una dimensione umana, un linguaggio che racconta chi siamo e chi scegliamo di essere.

Valentina Falcinelli: preservare la nostra libertà

Ognuno di noi vive momenti della propria vita che portano con sé complessità, ma ogni decisione presa apre a nuove possibilità che ci arricchiscono in modi che non sempre comprendiamo subito. L’Epifania è il cammino, un viaggio intimistico, simbolicamente collocato tra il bianco e il nero, che richiede capacità di ascoltare se stessi e desiderio di comprendersi.

Quello di Valentina Falcinelli è un invito potente a preservare la nostra libertà, un monito a non lasciare che le sfide, le avversità, i giudizi o le differenze ci spingano verso l’indifferenza o la chiusura.

Ognuno di noi può … (non lo svelo. L’effetto sopra è stupendo.)

Stefano Ferri: umani, imperfetti e liberi

Ho incontrato Stefano a Milano in una bella giornata di Settembre, nella stessa panetteria in cui la mamma comprava il pane quando era piccolo. Quella descritta nel suo Crossdresser. Abbiamo parlato e passeggiato in CityLife. Mi ha regalato il suo tempo e una delle interviste più emozionanti si sempre.

Si, Stefano emoziona.

Non è solo una persona enormemente colta; è onesta e meravigliosamente umana.
Stefano ci invita a valorizzare le nostre imperfezioni e a lottare per affermarle. Stefano ci insegna che abbiamo il dovere di conquistare il nostro spazio, di lottare per affermarci come essere umani, liberi da qualsiasi vincolo se non nell’affermare che tutto è lecito se non nuoce ad anima viva.

Arnaldo Funaro: il lavoro come espressione di sé

Ho conosciuto Arnaldo Funaro 7 anni fa, in un luogo dove il riposo dalla vita lavorativa merita rispetto. Lo ricordo bene quel giorno di Agosto, abbiamo parlato per ore di creatività e di scelte professionali.

Ha ragione Arnaldo quando dice che abbiamo frainteso il nostro ruolo di agonisti

Ci capita di sostituire i nostri tempi di recupero con altre attività lavorative. Ogni luogo, nel bene e nel male, oggi è un luogo di lavoro. Il lavoro può essere una parentesi della nostra vita e, ancor peggio, la vita può essere una parentesi del nostro lavoro.

Se è così, in entrambi i casi, è necessario correre ai ripari. 

Antonio Manfredi: il lavoro come progetto di vita

La storia che racconta Antonio ripercorre la sua vita, ma parla anche al cuore di chi, come lui, ha avuto il coraggio (e la fortuna) di riuscire a trasformare il proprio lavoro in un progetto di vita appassionato.

Una strada che consente alle persone di trovare forza e piacere nel dare più che nel ricevere.

Come spiega Antonio, l’artista, ma anche il creativo e l’imprenditore, lavorano incessantemente durante la loro vita. Guardano, ascoltano e analizzano continuamente ciò che li circonda. Azioni naturali che fanno parte di un percorso necessario, in cui il processo creativo trasforma una semplice idea in sostanza da donare.

Rino Squillante: l’opportunità di un incontro

“adesso scendete e comprate qualche foglio – non più piccolo di 100×70 – dei carboncini e iniziate a lavorare”.

Questo è quello che ci disse Rino Squillante quando lo incontrai per la prima volta. Era l’ottobre del 1996: il mio primo giorno di lezione come studente dell’ Accademia di Belle Arti di Napoli.

Sono trascorsi quasi 28 anni; Rino è stato e continua ad essere il maestro dal quale imparare che la pratica, costante e incondizionata, aperta alla condivisione e all’accettazione delle diversità, genera crescita.
Ho intervistato Rino in una Napoli assolata e bellissima. Sono stato con lui a Capodimonte e poi all’Opificio Puca, in occasione dell’allestimento del lavoro di tesi di 9 laureandi del Biennio di Pittura.

Grazia Carfagno: il lavoro come progetto di vita

I confini sostengono i legami. I legami rafforzano i progetti di vita. Grazia ha vissuto e ha lavorato per molti anni all’estero, con lo scopo di supportare chi decideva di prepararsi per raggiungere l’Europa e consolidare i propri progetti di vita

In quegli anni Grazia ha conosciuto un nuovo concetto di lavoro, quello di cui essere orgogliosi, quello che fa bene a se e agli altri. Un lavoro degno di essere chiamato tale, che pensa al presente e alle persone che compongono le nuove generazioni.