Branding e Arti visive - 28 Gennaio 2017

Arte visuale, fotografia e… verso il punctum

Se tra le opere visuali del secolo scorso dovessi scegliere e classificarne alcune per capacità comunicativa sicuramente posizionerei al primo posto "questa non è una pipa" di Renè Magritte

Magritte dipinge una pipa accompagnando l'immagine con la didascalia "questa non è una pipa". Beh cos'é allora se non una pipa?

Chi oserebbe pretendere che l'immagine di una pipa è una pipa? Chi potrebbe fumare la pipa del mio quadro? Nessuno. Quindi, non è una pipa. -Magritte-

E' una rappresentazione, una raffigurazione, o meglio ... un'opera di comunicazione visiva intenzionale. Magritte avrebbe potuto scegliere qualsiasi oggetto o soggetto da rappresentare. L'opera visuale avrebbe comunque contenuto la dicitura "questa non è....(l'oggetto rappresentato)"

La metodologia con la quale Magritte si appresta a comunicare segue le regole della "buona comunicazione". Magritte vuole comunicare ed educare, insegnare la duale condizione dell'opera visuale che interpone immagine rappresentata e messaggio comunicativo, rappresentazione e significato. L'opera è semplice ma non banale, strutturalmente equilibrata, senza fronzoli. Il font è quello scolastico: a dimostrare la volontà di voler interagire indistintamente con tutti.

Il messaggio comunicativo di Magritte potrebbe perfino estraneare il linguaggio grazie al quale l'opera é stata generata. Magritte è un pittore e quest'opera un olio su tela. Magritte avrebbe potuto essere un fotografo, un grafico o un designer.(A pensarci bene avrebbe potuto anche non essere un fotografo visto che in tal caso chiunque, anche il meno esperto, avrebbe potuto avvicinare la macchina fotografica al soggetto da fotografare e scattare.)Avrebbe potuto quindi fotografare una qualsiasi pipa ed elaborare l'opera con Illustrator, avrebbe potuto disegnarla o incollare un immagine ritagliata. Il messaggio non sarebbe cambiato. In tal senso Magritte ha scardinato l'accezione professionale di chi genera il prodotto comunicativo e la scelta del linguaggio. Magritte è un'artista, e come per "questa non è una pipa", anche questo concetto non è scontato.

Ho approfittato di Magritte e della sua opera per introdurre come intendo "il fare comunicazione", di come voglia appropriarmi delle regole della semplicità (e faccio il possibile per non contraddirmi con il mio testo) per generare e divulgare comunicazione. Tempo fa avrei usato "creare" e "pubblicizzare", ma di questo ne scriverò poi.

Ci avviamo adesso verso quello che Roland Brathes chiama "il puncutm", ci indirizziamo verso la fotografia, come mezzo e strumento e non come fine, una fotografia che vuole abbandonare il suo essere strumento creativo per essere strumento di indagine. Studiamo (inteso come "studium"- sempre Barthes in La camera chiara -) una fotografia che non vuole duplicare, fermare solo l'istante, trasformare il vivente in oggetto inanimato, ma un elaborato visuale che vuole "pungere".

Adesso non vi resta che leggere il prossimo articolo.