Pillole
Il brand è una storia in carne ed ossa
E non mi riferisco al grande brand, quello dal fatturato a nove zeri. Io ho conosciuto anche quelli diversamente grandi. Il mio lavoro, come la mia vita, deve costantemente nutrirsi di sentimenti positivi. I miei incontri vanno ben oltre quelle relazioni di business da coltivare per forza. Ascolto e condivido, provando ad essere sempre leale con me stesso e con la persona che voglio essere. Il brand umano, grande o piccolo che sia, è una storia in carne e ossa. Fragile e implacabile, desiderosa e incompleta, perspicace, affascinante e visionaria. Più del 90% delle aziende italiane sono piccole e medie imprese nate nel desiderio di fare. In quelle più longeve il desiderio è sempre rimasto lì. Immutato e immutabile. In questi anni ho avuto la fortuna di incontrarne alcune. Piccoli brand fatti persona.
Ogni organizzazione dovrebbe essere a struttura circolare
La mia famiglia ha origini contadine. Vivo nello stesso ambiente dove quarant’anni fa i miei nonni, con i miei zii e mia mamma, lavoravano il tabacco. Ricordo il rumore della cucitrice e dell’ago che infila lo stelo della foglia. Ricordo il profumo del tabacco appena colto, le galline nel cortile, Jimmy – il cane di nonno – e i gatti di mia nonna. Ricordo le donne e gli uomini che, passando davanti casa, si fermavano a chiacchierare. Per chi chiunque mio nonno aveva sempre un bicchiere di vino bianco. Durante la giornata di lavoro, ognuno conosceva i propri doveri e nessuno diceva a qualcun altro cosa fare. Neanche il nonno. Ogni organizzazione dovrebbe funzionare così. Ognuno libero di decidere il proprio tempo e il proprio spazio – secondo specifiche esigenze del gruppo – parte di un insieme coeso. Ogni organizzazione dovrebbe essere a struttura circolare, nella quale ogni individuo conosce la propria parte e si impegna nel realizzarla al meglio, sapendo di contribuire alla riuscita di chi lo precede e di chi lo succede.
Siamo esseri umani: imperfetti e bellissimi o perfetti e pericolosi
Sono imperfetto come un albero, come la natura che ci invita a restare fedeli ai nostri principi.
Siamo esseri umani: imperfetti e bellissimi o perfetti e pericolosi. Siamo imperfetti come l’arte degenerata, come le pennellate sgrammaticate di Van Gogh, le ninfee di Monet, la colazione sull’erba di Manet, i paesaggi di Turner, le donne di Picasso, le forme di Malevic, le cancellature di Isgró, le pitture nere di Goya.
L’imperfetto ricerca, studia, sperimenta, scrive e disegna. Immagina mondi possibili. La perfezione cancella, distrugge, si muove per sottrazione. Divide e non condivide. Moltiplica e sottrae. L’imperfezione aggiunge. È accogliente. Comunica. La perfezione ordina.
Puoi scegliere di essere imperfetto e unico, o perfetto, replicante e pericoloso. Come lo stile pittorico di Hitler, rigido e privo di immaginazione, pregno dell’ideologia della razza ariana e lontana dal principio di accoglienza e di integrazione etnica. Siamo ancora al bivio. Per fortuna ne siamo in tanti.
Siamo tutti sostituibili
Dal supermegamanager al manuale. Le persone sono sostituibili. Tutte, nessuna esclusa. Possiamo lavorare sul tempo di permanenza, considerando il come e non il quanto. Dobbiamo lavorare sul come reagiamo al cambiamento.
Il cambiamento avviene quando persone coese, distribuite circolarmente, cooperano verso comuni obiettivi. In questo cerchio possiamo scegliere di essere comparse o protagonisti. Tutto dipende da noi, da come ci poniamo verso gli accadimenti.
Anche i brand sono sostituibili. Posso sostituire la Ceres con una Tuborg o l’Audi con la BMW. Per poi ritornare alla Ceres o all’Audi.
Può essere una questione di costo, ma non è sempre così semplice. Si tratta di esperienza, di vicinanza, di sentimenti. Ma, a volte, non è così semplice. Può essere semplice se si tratta di persone.
La delicatezza non è per il maschio contemporaneo.
La delicatezza non è per il maschio d’oggi. Per il maschio contemporaneo.
La delicatezza è l’opposto della virilità. Se sei virile non sei delicato. Se sei delicato sei omosessuale. E per alcunə è un problema. Fai parte di quella minoranza fastidiosa che, a dir di qualcuno, va odiata e spremuta come un brufolo sulla faccia.
La delicatezza, come la gentilezza, è contestabile, viene confusa con la debolezza e l’insicurezza. Se sei debole e insicurə sei il bersaglio perfetto dell’ignoranza. Questa non si muove mai da sola, la trovi sempre in compagnia dall’arroganza, dalla prepotenza e dalla cattiveria. Insieme colpiscono dirette al cuore per metterti a terra in un batter d’occhio.
La delicatezza non è per il maschio d’oggi. Se sei solo e vai avanti, sei un vincibile combattente. Coraggioso e implacabile, hai bisogno di alzarti per non perire.