Pillole

Agisci col cuore

Non mi dire che sei di quelli che considerano lo status sociale verticale una priorità? Posizionarsi in alto, primi tra i primi? Io preferisco il confronto orizzontale, quello paritetico, quando ci si guarda negli occhi e si decide insieme. Quando il confronto é prima di tutto emozionale. Quando il cuore e il cervello sono ben allineati e sei pronto a fare un passo indietro per dare spazio, o quando sei pronto a fare un passo in avanti e allungare la mano.

Le marche stabilizzano una propria riconoscibilità che cresce su specifiche caratteristiche tese a definirne l’unicità

Questa logica considera il minimo mercato sostenibile l’unico spazio da occupare. Non puoi indistintamente rivolgerti a tutti e non serve trasformare la persona in cliente. È necessario considerare la persona che ti sceglie come un tuo conoscente, un tuo amico e perfino il tuo confidente. È importante coinvolgerlo all’interno del tuo gruppo di ascolto e considerarlo parte di un sistema – il tuo – che si nutre della sua presenza.

Marche, storie e status

Le marche ci offrono l’opportunità di creare storie capaci di divulgare il nostro status. Scegliamo un prodotto o un servizio di marca perché lo sentiamo nostro; gli siamo così affini che senza di esso non potremmo essere completamente noi.

Le storie di marca hanno la capacità di creare quella continuazione comunicativa che attraverso l’acquirente diviene generativa. Ponendosi tra la marca e il suo cliente, la narrazione di marca contribuisce a raccontare l’uomo e il suo modo di distinguersi nel mondo.

Brand capaci di generare apprezzamento

Van Gogh é un brand. Banksy é sempre più un brand affermato. Obama é stato un brand acclamato. Trump non è un brand.

Apprezzo la vita e l’opera di Van Gogh. Apprezzo l’opera e l’intelligenza di Banksy. Apprezzo l’intuizione e la perspicacia di Obama. Non apprezzo Trump.

I brand sono capaci di generare apprezzamento e riconoscibilità valoriale.