Pillole

Utili

Possiamo essere la mucca viola tra le mucche marroni, il fiore bianco in un mazzo di fiori rossi, ma quanto siamo utili?

Ci serve un motivo che nasce nel fare. Un fare generoso, per niente accondiscendente, monco da qualsiasi obbligo. Un fare che cresce dentro, che – ceduto a pochi eletti – possa risolvere e migliorare le cose. Utile significa offrire il nostro contribuito personale per generare un lavoro che funziona. Utile significa farci trovare al nostro posto, perché è lì che vogliamo stare. Una scelta incondizionata che vede nel voler fare l’unica sicurezza possibile.

Un atleta si allena otto e più ore al giorno perché vuole farlo. L’artista dipinge costantemente con passione e volontà d’esercizio per anni. Lo scrittore scrive instancabilmente a qualsiasi ora del giorno e della notte. Abbandoniamo il dovere del fare e rendiamo il nostro lavoro utile e disponibile mediante una pratica costante e diffusa che accresce le nostre abilità messe al servizio di chi le merita. Questo funziona solo se amiamo quello che facciamo, se mentre lo facciamo ci sentiamo bene e se lavoriamo con rigorosa costanza.

Riconoscibili

Se sei insostituibile sei unico. Se sei unico sei riconoscibile.

Essere unici e riconoscibili significa assemblare le nostre competenze professionali con le nostre convinzioni personali. Ciò prevede che il nostro lavoro debba essere parte di noi.

Mettere noi all’interno del nostro lavoro, con i nostri valori, le nostre convinzioni e perfino le nostre palpitazioni, è un’opportunità che non possiamo perdere, perché ci rende distinguibili. È per questo motivo che la riconoscibilità è utile anche in fase di comparazione e i brand lo sanno da tempo. Posso considerare più sicura una sedia Foppapedretti rispetto una buona sedia di legno.

La riconoscibilità di marca offre garanzie, ma poi bisogna mantenere le promesse. Mantenerle significa essere – con continuità – l’elemento dissimile di un insieme che contraddistingue un genere.

Sono un Copy, un designer o un idraulico, parte di un genere che mi vuole simile agli altri, ma posso essere il fiore bianco o la mucca viola se, con le mie competenze professionali e i miei valori personali, risulto la versione migliore tra le alternative trovate dalle persone che scelgo di servire.

Raggiunto il risultato bisogna mantenere la partnership.

Insostituibili

È il nostro obiettivo. Essere insostituibili ci pone, rispetto ai nostri competitor, in una condizione di privilegio. E il privilegio è tutto a vantaggio dei nostri clienti.

Come riusciamo ad essere insostituibili?

Dobbiamo posizionarci dall’interno di un genere evitando qualsiasi collocazione di genericità. Semplice a dirsi e anche a farsi se siamo disposti a farlo. Il lavoro è sostituibile, ma il nostro, inserito all’interno di un genere ben definito, se riconosciuto, se fa la differenza, diviene prezioso al limite dell’insostituibilitá.

Come facciamo la differenza?
La riconoscibilità è un fattore determinante. L’unico modo per essere riconoscibili è vivere il nostro lavoro dall’interno, assemblare le nostre competenze professionali con le nostre convinzioni personali.

Come essere riconoscibili lo approfondisco nel prossimo post.

Come ti vedi nel tuo orticello?

Ognuno di noi costruisce il proprio orticello fatto di successo, benevolenza, ricchezza, altruismo, appagamento o sfruttamento.

C’è chi, nel proprio orticello, può mettersi comodo, lasciare che il tempo passi e scoprire se è abbastanza grande per tutti coloro che ama. In questo c’è chi si alza presto per curarlo fino a tardi. C’è chi ne acquista tanti, lasciando che gli altri facciano il suo lavoro o chi si sporca le mani con l’ultimo arrivato; il primo ad entrare e l’ultimo ad uscire.

Possiamo lavorare e regalare il risultato del nostro raccolto,  augurandoci di ricevere lo stesso quando riposiamo perché troppo stanchi. Possiamo recintarlo e non accettare nessuno, perché tanto siamo di quelli che è meglio da soli che in cattiva compagnia. Possiamo insegnare quanto abbiamo imparato o condividere i frutti del nostro raccolto.

Possiamo offrirci come braccianti e lavorare per un piatto di riso o offrire il nostro contributo e suddividere i risultati. Possiamo essere quelli che riuniscono le persone per progettare idee e costruire sogni. Quelli che urlano col cuore. Quelli dallo sguardo fiero e generoso, che piangono quando l’idea condivisa diventa materia, decisione, azione e risultato.

Possiamo essere quello vogliamo, ma la scelta determina il nostro essere e – di riflesso – il nostro esistere: guardare il nostro orticello che cresce o ammirare le persone che si prodigano per fare ciò che questo accada.

Brand che sfidano lo sdegno degli imbecilli

Siamo simili ai nostri brand e non potrebbe essere altrimenti. Scegliamo il prodotto del brand che amiamo perché lo sentiamo nostro. Gli siamo così affini che senza di esso potremmo non essere completamente noi. Ci riempie, ci fa star bene la sua forma,il suo colore, la sua funzione, la sua musicalità, il suo profumo.

Poi capita di seguire un brand per i suoi valori sociali, etici e morali. Ci capita, ad esempio, di imparare ad amare quel brand che pubblicizza lengirie da donna indossati da un uomo. Brand che sfidano lo sdegno degli imbecilli, brand che, se sei di quelli che vogliono cambiare gli stereotipi, non puoi non amare, seguire e sostenere.