Io esisto, quindi io posso. Posso cambiare le cose, posso migliorare quello che vedo e immaginare un vissuto possibile e ordinario.
Abbandoniamo l’esigenza di crearci una vita straordinaria. L’amore è gioia e spasimo: entrambi parte di una vita ordinaria e felice.
Abbandoniamo l’idea del tempo come un insieme di spazi rigidi, inscatolati, etichettati e pronti all’uso. Costruiamo un tempo liquido e multiforme nel quale, grazie al nostro lavoro, possiamo sorprenderci e sorprendere.
Il nostro lavoro è il riflesso del nostro porci al mondo. Non ci resta che decidere da qualche parte stare. Guidare ed essere guidati: uno scambio equilibrato che crea emancipazione e opportunità. O obbedire e soccombere al tempo, allo spazio che viviamo e alle persone che incontriamo.