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L’umanità come seme di crescita

Leadership umana, lavoro agile e creatività artigianale per il futuro delle organizzazioni

Settembre 12, 2025

Chi mi conosce bene sa che lavoro da anni, con sobrietà e senza clamori, sui confini che circoscrivono branding, cultura e impresa. Con Brand Umani coltivo una ricerca che è innanzitutto personale: riportare l’essere umano al centro delle organizzazioni, perché un brand dovrebbe essere, prima di tutto, un luogo di senso e di relazione.

In questa newsletter voglio condividere un pensiero che nasce dall’incrocio di tre forze che stanno ridisegnando il lavoro: l’errore, il lavoro agile e la creatività artigianale. Tre prospettive che, se intrecciate, ci aiutano a immaginare organizzazioni autentiche.

Buona lettura

Vittorio

Un mercato del lavoro in trasformazione

Il lavoro che conoscevamo non esiste più. Fenomeni come la scarsità di talenti, il Big Quit o la sindrome YOLO raccontano di persone che non si accontentano di stipendi o benefit: vogliono tempo di qualità, libertà, possibilità di crescere senza sentirsi ingranaggi di una macchina che prevede solo profitto.

Oggi oltre l’85% dei lavoratori si dichiara “non coinvolto” (dato Gallup 2024). Una cifra enorme che ci dice una cosa chiara: i modelli organizzativi basati su controllo e rigidità non funzionano più.

Le aziende che comprendono questo cambio di paradigma e scelgono di basare la loro cultura su fiducia, trasparenza e collaborazione diventano magneti naturali per i talenti. Non attraggono solo competenze: attraggono vite.

Per quanto mi riguarda, è dal 2023 che, prima in Crearts e poi in Varavallo, adottiamo uno stile lavorativo capace di adattarsi, amalgamarsi, allo stile di vita di ognuno. Lavorare dove, quando e come si vuole, significa – per chi lo sa vivere – rispettare un modello lavorativo che fa bene.

Il lavoro agile oltre gli stereotipi

Negli ultimi anni si è parlato molto di lavoro agile. Troppo spesso capita di ridurlo a un insieme di rituali. Si applica senza mai crederci davvero . È il fenomeno dell’Agile Washing: nuove etichette che coprono vecchie logiche gerarchiche.

Ma il lavoro agile non è un processo, è una mentalità. Significa permettere alle persone di scegliere, sperimentare e perché no, sbagliare. Vuol dire distribuire responsabilità, incoraggiare l’apprendimento continuo, trasformare i team in comunità creative.

È questo che distingue un’organizzazione viva da una che imita il cambiamento senza mai abbracciarlo. E, per esperienza fatta, questa logica include dipendenti, collaboratori e partner d’eccezione e trascende ogni dimensione aziendale.

L’errore come risorsa

C’è un altro pregiudizio che dobbiamo smontare: l’errore come fallimento.

Ogni passo falso contiene un seme di miglioramento. In una cultura che sa accoglierlo, l’errore diventa occasione di apprendimento, di confronto, di crescita personale e collettiva.

È la logica del Try & Learn: provare, cadere, rialzarsi, imparare. E io sono cintura nera di questa disciplina.😊​ Senza questa dinamica, non ci sarebbe progresso né innovazione. Le grandi scoperte nascono sempre da una deviazione, da un rischio corso, da un esperimento fallito, mutato e dal carattere imperfetto. La penicillina, il post-it e la coca-cola ne sono esempi lampanti.

Le nostre imperfezioni sono sinonimo di unicità e valore economico. Coltiviamole.

La creatività artigianale

Nel tempo degli algoritmi e dei processi automatizzati, c’è un altro valore che rischiamo di dimenticare: la forza dell’artigianalità.

Essere artigiani non significa solo lavorare con le mani, ma connettere testa, cuore e gesto. Significa avere cura dei dettagli, riconoscere nell’imperfezione un tratto di verità, trasformare la materia in significato.

La creatività artigianale è lavoro che unisce il sentire al sapere e al fare. Non si limita a “produrre” un’idea, ma si radica in un processo fatto di cura, attenzione, tempo e relazione capace di liberare le organizzazioni dagli stereotipi del digitale. Non serve rincorrere modelli preconfezionati o standard globali: serve riscoprire il coraggio di sperimentare, di costruire pezzi unici e di dare voce alla diversità. Viceversa, la creatività artigianale si spegne quando un visual studiato, discusso e creato a più mani viene sostituito da un’immagine generata in pochi secondi dall’AI.

Mettere l’umanità al centro significa questo:

accogliere l’errore come parte del viaggio,
vivere il lavoro agile come responsabilità condivisa,
coltivare la creatività artigianale come motore di futuro.

Solo così le imprese possono produrre valore economico, cultura, appartenenza e fiducia.