Stefano Ferri: umani, imperfetti e liberi

Il guaio è che tu non appartieni a una categoria già esistente. Sei il nuovo. E sei unico.

Così Stefano Ferri viene descritto dal papà in uno degli incontri narrati in Crossdresser. E non potrebbe essere altrimenti. Stefano Ferri è il nuovo, ma la sua unicità – che è colma di coraggio, perseveranza e amore – l’ha pagata a caro prezzo. Il nuovo fa paura – mette a disagio. Forse è per questo che, il più delle volte, viene attaccato, schernito, umiliato, fatto a pezzi. Stefano ha vissuto momenti che nessuno dovrebbe vivere, ma il suo essere unico resta ancora lì: più forte e lucente che mai.

L’ho visto e l’ho vissuto.

Ho incontrato Stefano a Milano in una bella giornata di Settembre, nella stessa panetteria in cui la mamma comprava il pane quando era piccolo. Quella descritta nel suo Crossdresser. Abbiamo parlato e passeggiato in CityLife. Mi ha regalato il suo tempo e una delle interviste più emozionanti si sempre. Si, Stefano emoziona. Non è solo una persona enormemente colta; è onesta e meravigliosamente umana.

Tutti noi sappiamo che la condizione di essere umani ci rende imperfetti, ma siamo ancora in pochi ad avere il coraggio di ammetterlo. Stefano ci invita a valorizzare le nostre imperfezioni e a lottare per affermarle. Ciò significa conoscere e accogliere se stessi, per fare del mondo un posto migliore. In altre parole, le nostre imperfezioni sono perfette per essere amate e questo potrebbe essere il primo punto sul quale costruire una vita felice.

Stefano ci insegna che abbiamo il dovere di conquistare il nostro spazio, di lottare per affermarci come essere umani liberi da qualsiasi vincolo se non nell’affermare che tutto è lecito se non nuoce ad anima viva. Ognuno di noi è chiamato a gridare con coraggio, perseveranza e amore la propria unicità. Penso che in assenza di ciò siamo destinati a perire.